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ÁCOMA: NORME REDAZIONALI (STYLE SHEET)
Il contributo, di lunghezza fra i 35.000 e i 50.000 caratteri (spazi inclusi), deve arrivare alla Redazione (acoma@unibg.it) in un file .doc o .docx, associato al corrispondente .pdf. Ciascun contributo dovrà essere accompagnato da un abstract in inglese e da un breve profilo biografico dell’autrice/autore (vedi 1.7).
1. ORGANIZZAZIONE E PRESENTAZIONE DEL TESTO
1.1. GENERALITà
Il font usato per qualsiasi contributo ad Ácoma è Times New Roman.
A nessun termine o paragrafo andrà applicata la sillabazione automatica.
1.2. TITOLO E AUTRICE/AUTORE DELL’ARTICOLO
Il titolo è in grassetto (corpo 14 pt) e in caratteri minuscoli (es.: Palme e conservifici: la Los Angeles di John Fante), allineato a destra. Il nome dell’autrice/autore e di eventuali co-autrici/co-autori va in corsivo non grassetto, sempre allineato a destra.
1.3. INTERTITOLI
Se l’articolo è diviso in sezioni, i loro titoli vanno in corpo 12, allineati a sinistra, in grassetto, caratteri minuscoli, e senza numerazione progressiva.
1.4. EPIGRAFI/ESERGHI
Le epigrafi saranno scritte in corsivo, allineate a destra, e riporteranno, in tondo e fra parentesi su nuova riga, l’indicazione del nome dell’autrice/autore e del titolo dell’opera, senza ulteriori riferimenti bibliografici. Nel caso siano in inglese, non è necessaria la traduzione italiana.
et aiutollo in questo parimente, che sapeva altro idioma che francesco (Ariosto, Orlando furioso)
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1.5. CAPOVERSI
I capoversi (l’inizio di ciascun nuovo paragrafo dopo l’a capo) hanno, di regola, la prima riga rientrata di cm 1,5. Tuttavia, i capoversi immediatamente successivi al titolo dell’articolo, ai titoli delle sezioni e alle citazioni più lunghe (quelle col margine rientrato, si veda 1.9.2.2) sono allineati a sinistra.
1.6. TESTO E NOTE
Il testo dell’articolo è in corpo 12. Non devono esserci salti di riga fra i paragrafi.
I richiami di nota vanno inseriti in apice dopo il segno di interpunzione.
Le note vanno a fondo pagina in corpo 10. Non devono esserci salti di riga fra una nota e l’altra.
1.7. ABSTRACT E BIOGRAFIA
L’abstract dell’articolo dovrà essere in lingua inglese e consterà di 600-1000 caratteri.
La biografia dell’autrice/autore (200-500 caratteri) deve essere inserita in un unico paragrafo alla fine del testo, separato da una riga. Se si indicano opere edite, si omette il luogo di edizione.
Nicoletta Vallorani insegna Letteratura inglese e Studi culturali all’Università Statale di Milano. Si occupa di studi postcoloniali, con specifico riferimento all’Africa e al Medio Oriente (Nessun Kurtz. Cuore di tenebra e le parole dell’Occidente, Mimesis 2017). Ha contribuito al Routledge Companion to Crime Studies (2019) e ha pubblicato, in collaborazione con Simona Bertacco, il volume The Relocation of Culture: Translations, Migrations, Borders (Bloomsbury 2021).
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1.8. TRADUZIONI
Nel caso di articolo originariamente non in italiano, il nome di chi l’ha tradotto è indicato, in un paragrafo a sé stante, alla fine del profilo biografico dell’autrice/autore (“La traduzione è di …”).
1.9. CITAZIONI
1.9.1. Lingua
Le citazioni dall’inglese devono preferibilmente essere mantenute nella lingua originale, senza traduzione italiana.
Qualora, a giudizio dell’autrice/autore, l’originale inglese non sia strettamente necessario (ad es. nel caso di fonti secondarie), è possibile citare la sola traduzione italiana, secondo le norme al punto 2.1.2. Le citazioni da altre lingue devono essere date in traduzione italiana, sempre attenendosi alle norme riportate al punto 2.1.2. Nel solo caso in cui la presenza di entrambe le versioni (lingua straniera e italiana) sia indispensabile per l’argomentazione complessiva del testo, la versione italiana sarà data in nota dopo il riferimento bibliografico in lingua straniera e seguita dalle indicazioni bibliografiche, tra parentesi.
1.9.2. Collocazione della citazione nel testo
1.9.2.1. Restano inserite nel testo, fra virgolette doppie in apice (“…”), tutte le citazioni brevi (da una parola fino a tre-quattro righe). Nelle citazioni contestualizzate si può intervenire sul testo con opportuni adattamenti per coordinarlo grammaticalmente al discorso, segnalando la modifica tra parentesi quadre: […]. Le eventuali citazioni all’interno della citazione andranno racchiuse fra virgolette singole in apice (‘…’).
1.9.2.2. Sono invece staccate dal testo le citazioni più lunghe. Queste verranno scritte col margine sinistro rientrato di cm 1,5, senza virgolette di apertura e chiusura, e anteponendo e posponendo al brano citato una riga vuota.
1.9.3. Testi poetici
Nelle citazioni di testi poetici, nel caso di brani brevi i versi si dispongono di seguito, separati dalla barra obliqua, preceduta e seguita da uno spazio. Nel caso di citazioni di brani più lunghi, si veda quanto riportato al punto 1.9.2.2.
“I like a look of Agony, / Because I know it's true –”
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1.9.4. Ellissi
Tutti i tagli interni ai testi citati saranno segnalati dai tre puntini fra parentesi quadre: […].
1.10. CORSIVI
Vanno in corsivo:
– termini e locuzioni stranieri o comunque non entrati nell’uso corrente;
– espressioni che si intende per qualsiasi scopo evidenziare (l’uso del corsivo enfatico va peraltro limitato allo stretto necessario).
Per l’uso dei corsivi nelle indicazioni bibliografiche, si veda 2.1.1.2.
Testi in corsivo inseriti in altri a loro volta corsivizzati se ne distingueranno perdendo il corsivo (si veda il primo titolo di opera in volume citato nel box sub 1.7.).
1.11. VIRGOLETTE
1.11.1. Non è mai previsto l’uso delle virgolette basse doppie («…»).
1.11.2. Di norma si usano le virgolette a doppio apice (“…”), richieste, in particolare,
- nella consueta funzione di allontanamento/distanziamento (con valore ironico o di ‘per così dire’ o sim.);
- per delimitare citazioni (cfr. il punto 1.9.2.) e discorsi diretti.
1.11.3. Le virgolette ad apice singolo (‘…’) si usano esclusivamente
- all’interno di porzioni di testo a loro volta racchiuse fra virgolette ad apice doppio (ad esempio una citazione, o un titolo di saggio in opera collettiva);
- per delimitare espressioni oggetto in contesti metalinguistici o espressioni oggetto di analisi linguistica.
Benché l’argomento preventivo di Moretti abbia una coloritura fin troppo “eccezionalistica”, è innegabile che le opere canoniche dell’Ottocento centrate su giovani protagonisti presentino dei tratti atipici.
… il “riesame della nozione corrente di ‘ideologia moderna’ o ‘cultura borghese’” nell’esperienza imprenditoriale della famiglia Levov.
L’uso del termine ‘diaspora’ sottolinea una comunanza con i diversi flussi neri.
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I segni di interpunzione vanno dopo le virgolette.
Per l’uso delle virgolette nelle indicazioni bibliografiche, si veda 2.1.1.2.
1.12. NUMERI E DATE
I numeri vanno perlopiù espressi in lettere anziché in cifre, escluse le date, gli importi in denaro e in generale quando – fatta salva l’uniformità della soluzione adottata per casi fra loro simili – sia preferibile una forma sintetica.
In nota, e in particolare nei riferimenti bibliografici, numeri e date potranno essere scritti in cifre.
Anni Trenta [mai: anni ’30]
Novecento [mai: ’900]
27 per cento [27% solo nelle note per ragioni di brevità]
3 dicembre 2069 [solo in nota: 03.12.2069]
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1.13. MAIUSCOLE/MINUSCOLE
Un elenco il più possibile sistematico per quel che riguarda i contesti toccati in genere dalla rivista è riportato in calce alle presenti norme editoriali.
2. INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE
Gli articoli pubblicati in Ácoma non hanno bibliografia a fondo saggio, ma note a piè di pagina con indicazioni bibliografiche complete.
2.1. PUBBLICAZIONI A STAMPA
2.1.1. Norme generali
2.1.1.1. I singoli elementi di ciascun riferimento bibliografico sono separati dalla virgola. La nota si chiude sempre con il punto.
2.1.1.2. Vanno in corsivo i titoli di libri, di riviste o periodici e, in genere, dei “contenitori”.
Vanno tra virgolette a doppio apice (“…”) i titoli di articoli, saggi, poesie, racconti, brani musicali, seguiti, in corsivo, dal titolo del “contenitore”, sia esso libro, periodico, sito web, archivio cartaceo, archivio digitale, o sim.
Remains of the Day; Storia linguistica dell’Italia unita; The Signifying Monkey: A Theory of Afro-American Literary Criticism; Il segno dei tre. Holmes, Dupin, Pierce; The Congo and Other Poems; The Crucible, Little Buddha
Iperstoria; American Literature; Studies in Bibliography; Lingua e stile; La Stampa; il manifesto
The River
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“Dante e la retorica”; “Le orme del pensiero”; “Aurality in Print: Revisiting Roger Williams’s A Key into the Language of America”
“The Road Not Taken”
“What We Talk About When We Talk About Love”, in What We Talk About When We Talk About Love
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I titoli in corsivo eventualmente menzionati in titoli scritti fra virgolette restano, ovviamente, in corsivo.
Perdono invece il corsivo se menzionati in titoli scritti a loro volta in corsivo (si veda 1.10.).
2.1.1.3. I titoli in inglese seguono l’uso americano: tutte le iniziali maiuscole, tranne articoli e congiunzioni.
I titoli in lingue diverse dall’italiano o dall’inglese, se riportati in originale, seguono le norme della lingua in cui sono citati.
Remains of the Day; The Cult of True Womanhood: 1820-1860
Le Temps retrouvé
Don Juan kommt aus dem Krieg
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2.1.1.4. Il luogo di pubblicazione segue l’editore e sarà sempre nella lingua del volume (Paris, London, Sevilla, Wien). Per gli Stati Uniti va indicata, nel caso di città poco note, la sigla dello stato, non in parentesi. Se le città sono due o tre saranno separate da un trattino. Là dove siano possibili confusioni fra città omonime di diversi paesi, occorre indicare la sigla dello stato o del paese (ad es.: Cambridge, MA o Cambridge, UK).
Henry Louis Gates Jr., The Signifying Monkey: A Theory of Afro-American Literary Criticism, Oxford University Press, New York - Oxford 1988.
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2.1.2 Testi tradotti in italiano
Nel caso sia necessario citare anche la traduzione italiana di un testo citato, dopo le indicazioni dell’edizione originale bisognerà riportare fra parentesi tonda il titolo dell’edizione italiana (in corsivo o tra virgolette a doppio apice a seconda della tipologia di testo), seguito dalle parole ‘trad. it. di’, dall’iniziale del nome e dal cognome della traduttrice o del traduttore, casa editrice, luogo di pubblicazione data. Nel caso in cui il testo sia tradotto dall’autrice/autore dell’articolo, sarà specificato in parentesi dopo la prima citazione (ad es.: ‘dove non indicato diversamente, le traduzioni sono dell’autrice/autore’).
Henry Louis Gates Jr., The Signifying Monkey: A Theory of Afro-American Literary Criticism, Oxford University Press, New York - Oxford 1988 (La scimmia retorica. Teoria della critica letteraria afro-americana, trad. it. di Anna Scannavini, Ottotipi, Roma 2021).
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2.1.3. Libri di una/o o più autrici/autori
Si indicherà: Nome Cognome, Titolo, Editore, Luogo di pubblicazione anno, numero/i di pagina.
Titolo e sottotitolo sono in corsivo, e vanno riprodotti per esteso dal frontespizio (non dalla copertina), separati da un punto (se in italiano) o da due punti (se in inglese).
Nome e cognome di tutte le figure autoriali nel caso di due autrici/autori, i nomi sono sempre congiunti da ‘e’; se sono tre o più, saranno congiunti dalla virgola e, l’ultimo, da ‘e’.
Henry Louis Gates, Jr., The Signifying Monkey, Oxford University Press, New York - Oxford [N.B. – Come sopra, distanziato il trait-d'union fra ‘York’ e ‘Orford’] 1988, p. 113.
Costanzo di Girolamo e Luca Toschi, La forma del testo. Guida pratica alla stesura di tesi di laurea, relazioni, articoli, volumi, Il Mulino, Bologna 1988, p. 328.
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2.1.4. Opere con curatela
Nel caso di opera collettanea con la sola indicazione della curatela, nome/i e cognome/i di chi se n’è incaricato figureranno prima del titolo, seguiti, tra due virgole, da ‘a cura di’:
Umberto Eco e Thomas A. Sebeok, a cura di, Il segno dei tre. Holmes, Dupin, Pierce, Bompiani, Milano 1983.
William Andrews, a cura di, Critical Essays on Frederick Douglass, G. K. Hall, Boston 1991.
Hana Wirth-Nesher e Michael P. Kramer, a cura di, The Cambridge Companion to Jewish American Literature, Cambridge University Press, Cambridge 2003. |
Nel caso in cui di un’opera di una/o o più autrici/autori vada invece segnalata anche una curatela, questa verrà indicata dopo il titolo:
Ralph Waldo Emerson, The Selected Letters of Ralph Waldo Emerson, a cura di Joel Myerson, Columbia University Press, New York 1997.
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2.1.5. Capitoli o saggi, in opera collettiva o di unica/o autrice/autore
2.1.5.1. I capitoli o saggi verranno indicati facendo seguire al nome e cognome di chi ne è autrice/autore e al loro “Titolo” (tra virgolette a doppio apice), una virgola, la parola ‘in’ e il Titolo dell’opera, seguito a sua volta, dopo un’altra virgola, da ulteriori dati bibliografici e dall’indicazione delle pagine in cui il capitolo o saggio compare. Se autrici/autori o curatrici/curatori dell’opera sono diversi dall’autrice/autore del saggio citato, li si indica dopo ‘in’.
2.1.5.2. Per gli intervalli di pagina, nel caso dei numeri a tre o più cifre, il numero della pagina finale non indicherà le centinaia (a meno che la cifra non sia diversa da quella della pagina iniziale).
2.1.5.3. La prima volta che l’articolo viene citato, il riferimento alla pagina da cui è tratta la citazione sarà preceduto da ‘qui’, seguito dal/i numero/i di pagina.
Volumi collettivi: Gian Paolo Caprettini, “Le orme del pensiero”, in Umberto Eco e Thomas A. Sebeok, a cura di, Il segno dei tre. Holmes, Dupin, Pierce, Bompiani, Milano 1983, pp. 156-81.
Volumi non collettivi: Giovanni Nencioni, “Dante e la retorica”, in Tra grammatica e retorica. Da Dante a Pirandello, Einaudi, Torino 1983, pp. 108-31, qui p. 115.
Donna J. Haraway, “FETUS: The Virtual Speculum in the New World Order”, in Modest_Witness@Second_Millennium. FemaleMan©_Meets_OncoMouseTM, Routledge, New York - London [N.B. - Analogamente a come fatto altrove, distanziato il trattino fra ‘New York’ e ‘London’] 1997, pp. 173-212.
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2.1.6. Articoli in riviste
Nel caso di articoli pubblicati in rivista, si farà seguire al nome e cognome di chi ne è autrice/autore e al loro “Titolo” (tra virgolette a doppio apice), una virgola e il nome della rivista in corsivo, seguito dalle indicazioni che riguardano il fascicolo: annata o volume in cifre romane o arabe (secondo la consuetudine della rivista citata), numero del fascicolo, anno di pubblicazione (tra parentesi e non preceduto da virgola), pagine dell’articolo. Se la rivista non è organizzata in annate o volumi, si daranno: numero del fascicolo (anno), pagine dell’articolo.
Luca Tomasi, “Hard Bitter Style of Words: Wilson Harris’s Far Journey into Italian”, Caribana, 1 (1990), pp. 63-70.
Tim Dean, “Art as Symptom: Žižek and the Ethics of Psychoanalytic Criticism”, Diacritics, 32, 2 (2002), pp. 20-41.
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Anche in questo caso, la prima volta in cui si cita dall’articolo sarà necessario indicare la pagina con ‘qui p.’.
Barbara Welter, “The Cult of True Womanhood: 1820-1860”, American Quarterly, XVIII, 2 (1966), pp. 151-74, qui p. 163.
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2.1.7. Articoli in periodici
Per gli articoli pubblicati in periodici sarà indicato il nome della testata (in corsivo), numero del fascicolo, anno (o solo la data del giorno per i quotidiani) e numero di pagina.
Nel caso di articoli di lunghezza superiore a una pagina, l’intervallo di pagine e la pagina che include il passo citato saranno indicati secondo i criteri riportati al punto 2.1.5.
Guido Caldiron, “Oltre le auto bruciate, il sublime in banlieue”, il manifesto, 16.09.2022, p. 10.
Dianella Gagliani, “Donne e fascismo nella storia del Novecento”, L’Indice dei Libri del Mese, XXXIX, 1 (2022), p. 11.
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2.1.8. Recensioni
Per le recensioni sarà riportato, dopo l’eventuale titolo della recensione stessa, ‘recensione di’, seguito dal titolo dell’opera recensita (in corsivo), ‘di’, nome e cognome dell’autrice/autore, e dalle restanti indicazioni bibliografiche.
Marco Petrelli, recensione di Profondo Sud. Un viaggio nella cultura del Dixie di Seba Pezzani, Iperstoria, 9 (2017), pp. 273-75.
Mariarosa Loddo, “Il binomio malato/sano in un mondo apocalittico”, recensione di Malattia come metafora e L’AIDS e le sue metafore di Susan Sontag, L’Indice dei Libri del Mese, XXXVIII, 3 (2021), p. 38.
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2.1.9. Interviste
Le interviste vanno citate col nome dell’intervistata/o. Segue il titolo dell’intervista fra virgolette a doppio apice, il nome dell’intervistatrice/intervistatore (se disponibile e se non già segnalato nel titolo) e, se presente, il titolo in corsivo del libro, programma, periodico che la contiene, con le indicazioni necessarie. Se l’intervista non ha titolo, al nome dell’intervistata/o si farà seguire l’espressione ‘intervista con’ e il nome di chi ha condotto l’intervista. Se l’intervista è online, alla citazione seguirà il nome del sito dal quale è tratta ed eventualmente dalla data in cui è stata svolta (si veda 2.2.1.).
Mildred Shackleford, “Non ho mai avuto molto rispetto per l’autorità. La frontiera contemporanea”, a cura di Alessandro Portelli, Ácoma, IV, 10 (1997), pp. 29-46.
Paul Auster, “Paul Auster, in conversation with Laura Sims”, 03.04.2021, youtube.com.
Gayatri Ch. Spivak, “Interview with Gayatri Spivak”, a cura di Adriana Bebiano e Catarina Martins, 31.10.2018, youtube.com.
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2.1.10. Riferimenti bibliografici abbreviati a opere già menzionate o passi già citati
Per la ripresa, in nota, di fonti (opere di qualsiasi tipologia: monografia, saggio, articolo, ecc.) delle quali si è già dato il riferimento bibliografico completo, si ripeteranno
– il solo cognome dell’autrice/autore e di eventuali co-autrici/co-autori dell’opera (oppure, in assenza di figure autoriali, il cognome di chi l’abbia curata o co-curata)
– e il titolo (eventualmente abbreviato),
seguiti, dopo una virgola, dall’espressione ‘cit.’ e dall’eventuale numero di pagina/e.
Per rinviare alla stessa opera e alla/e stessa/e pagina/e subito prima citata/e, si userà l’espressione ‘Ibidem’ in corsivo; se il rinvio è a opera citata subito prima ma a pagina/e diversa/e si userà invece la parola ‘Ivi’, in tondo, seguita dal numero della/e pagina/e interessata/e.
Opera citata in precedenza: Richard Hofstadter, The Paranoid Style in American Politics and Other Essays, University of Chicago Press, Chicago 1979. Hofstadter, The Paranoid Style, cit., p. 14.
Opera citata subito prima: Lawrence Buell, “American Literary Emergence as a Postcolonial Phenomenon”, American Literary History, 4 (1992), p. 411. Ibidem.
John Carlos Rowe, Literary Culture and U.S. Imperialism, Oxford University Press, New York 2000, p. 53. Ivi, p. 134.
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2.2. PUBBLICAZIONI WEB O DIGITALI
2.2.1. Pagine e testi online
Nel caso di fonti pubblicate esclusivamente online si includerà lo URL solo quando non sia altrimenti possibile rintracciare la fonte; in caso contrario è sufficiente indicare alla fine della nota, in tondo, il nome del sito in cui è contenuta la fonte. Non è necessario citare la data di ultima consultazione della pagina web.
Nei riferimenti si raccoglieranno dal sito tutte le informazioni possibili, seguendo idealmente le stesse regole che governano le pubblicazioni a stampa: nome e cognome dell’autrice/autore (se presente), titolo del testo citato, sito web (o progetto digitale, archivio, ecc.), eventuale data del testo.
Paul Auster, “Paul Auster, in conversation with Laura Sims”, 03.04.2021, youtube.com.
The Purdue OWL Family of Sites. The Writing Lab and OWL at Purdue and Purdue University, 2008, owl.english.purdue.edu/owl.
Karen Lynn Huseby, A Theology of Imagination & Creativity, in Theses and Dissertations, paper 37, Digital Commons at Loyola Marymount University and Loyola Law School, Loyola University, Los Angeles 2013, digitalcommons.lmu.edu.
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2.2.2. Libri opensource
Si seguano le istruzioni per i testi a stampa (libri, libri collettanei, saggi in volume, ecc.), integrandole con il nome in corsivo del “contenitore” e, se presente, con il nome dell’istituzione che sponsorizza o pubblica. Se il sito non indica numeri di pagina, si diano quante più informazioni sia possibile per consentire di reperire il passo citato: parte, capitolo, paragrafo, ecc.
John Bryant, “Where Is the Text of America? Witnessing Revision and the Online Critical Archive”, in Amy E. Earhart e Andrew Jewell, a cura di, The American Literature Scholar in the Digital Age, University of Michigan Press, Ann Arbor 2011, Digital Culture Books. |
2.2.3. Dispositivi di lettura elettronica
Se l’accesso al volume è avvenuto tramite un dispositivo di lettura elettronica (e-reader quali Amazon Kindle, Kobo, lettori Sony, PocketNook, ecc., si seguano le istruzioni per i testi a stampa, indicando, dopo una virgola, quale dispositivo è stato usato. Se il dispositivo non riporta numeri di pagina, si diano quante più informazioni sia possibile per consentire di reperire il passo citato: parte, capitolo, paragrafo, ecc. Se il dispositivo dà un numero di posizione, sarà però sufficiente limitarsi a quello.
Caroline McCracken-Flesher, a cura di, Approaches to Teaching the Works of Robert Louis Stevenson, The Modern Language Association of America, 2013, Kindle, pos. 396.
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2.2.4. Articoli in periodici
Si seguano le istruzioni per i periodici a stampa (2.1.7), riportando in corsivo, dopo il titolo dell’articolo, il titolo della testata, e in fondo alla nota, in tondo, il nome del sito.
Robert Harris, “Evaluating Internet Research Sources”, VirtualSalt, 26.08.2014, virtualsalt.com.
Daniel Allington, Sarah Brouillette, David Golumbia, “Neoliberal Tools (and Archives): A Political History of Digital Humanities”, Los Angeles Review of Books, 11.05.2016, lareviewofbooks.org.
Alessandra Penna, “La giustizia impossibile”, recensione di Vincoli. Alle origini di Holt di Kent Haruf, L’Indice dei Libri del Mese, s.d., lindiceonline.com.
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2.3. ALTRE PUBBLICAZIONI
[N.B. - in questa sottosezione si trovano vari casi di sigle o acronimi in tutto maiuscolo (es. ‘CD’), mentre sub 3.4. MAIUSCOLE/MINUSCOLE si usa il formato c.d. Alto/basso (M/min). Prego esplicitare la norma da seguire o, perlomeno, uniformare gli esempi in queste norme.]
2.3.1. Norme generali
Pur considerando che le fonti audiovisive – proiezioni, trasmissioni, registrazioni o sim. – possono utilizzare supporti fra loro molto diversi e in continua evoluzione (ragion per cui le indicazioni che seguono possono non essere esaustive), le linee fondamentali da seguire sono le stesse già indicate per i testi a stampa, cartacei e/o digitali.
2.3.2. Brani musicali
Per la musica registrata su nastro, vinile, CD o altro supporto, si indichino: nome dell’artista, titolo del brano fra virgolette a doppio apice (“…”), titolo dell’album in corsivo preceduto da ‘in’ (il formato è lo stesso dei saggi cartacei in volume), nomi delle/dei performer (se occorre), casa di produzione e anno (senza frapporre la virgola), supporto.
Se si tratta di registrazione dal vivo, lo si specifichi, insieme a luogo e data della registrazione.
Su supporto audio: Wynton Marsalis, Blood on the Fields, Columbia Records 1995, CD.
Sergei Prokofiev e Pyotr Ilyich Tchaikovsky, Romeo & Juliet, Royal Philharmonic Orchestra diretta da Daniele Gatti, RCA 1997, CD.
Dal vivo: Wynton Marsalis, Blood on the Fields, concerto dal vivo, Lincoln Center, New York 01.04.1994.
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Se il brano è online si segua lo stesso schema, ma aggiungendo il nome del sito.
Bruce Springsteen, “The River”, in The River, 20.10.2007, youtube.com.
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Se si tratta di registrazione dal vivo non pubblicata, si indichi il nome dell’artista, il titolo, il nome di chi ha raccolto la registrazione e la data della registrazione.
2.3.3. Registrazioni non pubblicate di eventi pubblici e di interviste
Per le registrazioni di eventi pubblici (conferenze, performance dal vivo, ecc.), vanno seguite le stesse indicazioni date per la musica, aggiungendo, se possibile, il nome dell’archivio dove sono conservate.
Per le interviste registrate e non pubblicate, si riporti il nome dell’intervistata/o e, dopo ‘intervista con’, quello di chi ha condotto l’intervista, il luogo e la data. Se presente, si includa, dopo una virgola, il nome dell’archivio in cui sono conservate.
Paolo Palazzesi, intervista con Alessandro Portelli, Terni, 17.09.2000, archivio sonoro “Franco Coggiola” del Circolo Gianni Bosio, Roma.
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2.3.4. Film
I film saranno citati cominciando dal titolo in lingua originale (se occorre, titolo italiano fra parentesi), seguito dal nome del regista, dal nome della casa di produzione e della casa di distribuzione e, senza frapporre virgole, dall’anno. Se casa di produzione e distribuzione sono le stesse, non ripetere.
The Last of the Mohicans (L’ultimo dei mohicani), Michael Mann, Morgan Creek Production, 20th Century Fox-Warner 1992.
Stagecoach (Ombre rosse), John Ford, United Artists 1939.
Star Wars IV: A New Hope (Star Wars IV. Una nuova speranza), George Lucas, Lucasfilm, Twentieth Century Fox, 1977.
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2.3.5. Serie televisive registrate
Le serie o episodi registrati su DVD o altro supporto (Blue-ray, VHS) si citeranno cominciando dal titolo dell’episodio fra virgolette a doppio apice (“…”) seguito dal nome (in corsivo) della serie. Va usato il titolo della serie registrata se quest’ultimo differisce da quello della serie trasmessa. Al titolo della serie segue il numero dell’episodio (se occorre), il nome delle creatrici/creatori, il nome del distributore, la data (senza virgola prima della data). In coda, qualunque altra informazione si ritenga utile.
Breaking Bad: The Complete Series, Vince Gillian, Sony Pictures Home Entertainment 2014, DVD.
Downton Abbey: Serie 6, Julian Fellows, Carnival 2016, Blu-ray.
“The Fuzzy Boots Corollary”, The Big Bang Theory: The Complete First Season, E3, Chuck Lorre e Bill Prady, Warner Home Video 2008, DVD.
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2.3.6. Serie televisive trasmesse
Nel caso di episodi e/o serie “broadcast”, si indicheranno il titolo dell’episodio, fra virgolette a doppio apice (“…”), e il titolo della serie in corsivo, seguiti dal numero della serie e dell’episodio, dal nome della rete e dall’anno. Se il riferimento è all’intera serie, il titolo sarà preceduto dal nome dei creatori. Se necessario, si aggiungano in coda le altre informazioni rilevanti per le trasmissioni in un paese diverso da quello di produzione.
Vince Gilligan, Breaking Bad, S1, AMC 2008.
“The Luminous Fish Effect”, The Big Bang Theory, S1E4, CBS 2007.
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Se le serie sono su reti tipo Netflix, Hulu, Google Play, si darà il riferimento digitale relativo.
“94 Meetings.” Parks and Recreation, S2E21, NBC 2009, Netflix.
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2.3.7. Immagini e arti visive
Il nome dell’artista sarà seguito dal titolo dell’opera (in corsivo), dalla data della sua realizzazione e, a seconda dei casi, dalle indicazioni su tecnica e materiale usato, e dal nome e luogo dell’istituzione/collezione o sim. presso cui l’opera si trova.
Joshua Reynolds, William Hamilton, 1777, olio su tela, National Portrait Gallery.
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Se l’opera è solo sul web si indicheranno quante più informazioni possibile sul sito, oltre alla data in cui l’opera è stata postata. Se indispensabile per la ricerca, si indicherà lo URL e, dopo una virgola, la data dell’ultimo accesso.
Robert Cleveley, Battle of Cape St. Vincent, 1797, olio su tela, attuale localizzazione sconosciuta, wikimediacommons.
Clifton R. Adams, People relax beside a swimming pool at a country estate near Phoenix, Arizona, 1928, Found, National Geographic Creative, 2 Jun. 2016, natgeofound.tumblr.com/.
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Per le fotografie e riproduzioni fotografiche di opere d’arte il riferimento sarà al libro o al sito web, seguendo le indicazioni date per i testi a stampa o quelli online (si veda 2.2.1.), indicando il numero della pagina o tavola in cui appare l’immagine.
John E. Fletcher e Anthony B. Stewart, “Hillside Houses Overlook Smoke-Belching Steel Mills in Pittsburgh, Pennsylvania, 1949”, A Curated Collection of Photography from the National Geographic Archives, 2016(?), National Geographic Creative, reddit.com/domain/natgeofound.tumblr.com/.
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3. CONVENZIONI GRAFICHE E/O ORTOGRAFICHE
3.1. SEGNI DI INTERPUNZIONE
3.1.1. I segni di interpunzione vanno sempre dopo le virgolette.
3.1.2. Il trattino medio o “didascalico” (–) è separato da uno spazio sia da ciò che lo precede sia da ciò che lo segue.
Quando usato in coppia (con la funzione di delimitare un inciso), eventuali segni di interpunzione della frase vanno dopo quello di chiusura. Qualora l’inciso si trovi alla fine della frase (secondo l’uso tipicamente anglosassone), quello di chiusura viene però omesso.
Molto si è scritto sull’argomento – fin troppo… –, peraltro senza trovare un accordo.
Il DNA è a spirale – e anche la galassia.
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3.2. ACCENTI
L’accento grafico è obbligatorio: sui polisillabi tronchi (es.: città, verrà, farò, lassù); sui monosillabi che potrebbero confondersi con omografi: ché/che; dà/da; là/la; lì/li; né/ne; sé/se; sì/si; tè/te.
Usare sempre solo l’accento grafico: non usare l’apostrofo in luogo dell’accento.
Si ricordi che in italiano tutte le vocali prendono l’accento grave (ò, à, ì, ù) tranne la e, che prende l’accento grave (è) se è aperta, quello acuto (é) se è chiusa. I casi più frequenti di e aperta sono: è e cioè. Quelli di e chiusa: sé, perché, poiché, né.
3.3. CONSONANTE EUFONICA
Si usa solo quando si incontrano le stesse vocali, ma solo se si tratta di a ed e; es.: ad Anzio, ed etico (mai, però: od oggi). Fanno eccezione: ad esempio, ad opera, ad ogni modo.
3.4. MAIUSCOLE/MINUSCOLE
L’elenco di esempi che segue tiene conto degli argomenti toccati in genere dalla rivista ma non può essere esauriente. Nell’incertezza, e salvo usi consolidati in particolari contesti o linguaggi settoriali, è preferibile usare l’iniziale minuscola nei casi non contemplati.
Si ricordi, comunque, che vanno in minuscolo: umanità, uomo, natura, era (ma non i nomi delle ere; es.: Mesozoico, Giurassico, Paleolitico), autorità, madrepatria, patria, vecchio continente, paradiso, inferno, purgatorio, ade, aldilà, oltretomba, antichità. Vanno anche in minuscolo: internet, tv, università (ma Università degli Studi di Bologna; si veda 3.4.2), esercito, polizia, forze armate, forze dell’ordine, marina, aeronautica.
3.4.1. Popolazioni, lingue, credenze
Vanno in minuscolo i nomi di popolazioni, di lingue, le denominazioni generiche: i tedeschi, le portoghesi, gli aborigeni, le asiatiche, i neri, le indiane, il neerlandese, il tamil; sono minuscoli gli aggettivi che derivano da nomi di gruppi etnici e/o linguistici: il popolo etrusco, la civiltà greca, la lingua araba.
Vanno in minuscolo i nomi delle religioni (cristianesimo, buddhismo, induismo, tao) e i movimenti mistici o a sfondo religioso: new age, wicca.
Vanno in maiuscolo gli appellativi di Dio nelle varie religioni, mentre l’appellativo san va in minuscolo (es.: san Francesco, sant’Antonio).
3.4.2. Edifici, nomi di vie
Vanno in minuscolo via, piazza, largo, viale, ecc. perché il nome comune è minuscolo. Fanno eccezione Casa Bianca, Maschio Angioino, Castel dell’Ovo e, in genere i nomi comuni di edifici che abbiano assunto valore di parte dei loro “nomi propri”.
San è maiuscolo per le chiese: la basilica di San Pietro. Se, nelle chiese, manca il “san”, allora il nome comune va in maiuscolo: Duomo di Milano, Certosa di Pavia.
I sostantivi liceo, ginnasio, università e istituto vanno in maiuscolo solo se si riferiscono allo specifico istituto, di cui si riporterà il nome.
3.4.3. Titoli onorifici e simili
Vanno in minuscolo tutti i titoli onorifici, accademici, nobiliari, politici, ecclesiastici e tutti i corpi e gradi militari: senatore, onorevole, governatore, presidente, ex presidente, ministro, generale, colonnello, cardinale. Minuscole anche le cariche massime, politiche o non: papa, ayatollah, zar.
3.4.4. Discipline scientifiche, movimenti culturali, libri e parti di libri
Vanno in minuscolo le materie scolastiche e/o accademiche. [N.B. – davvero? Solo 28 in estetica II.]
I movimenti culturali e/o artistici vanno minuscoli, salvo quando il nome non sia stato scelto programmaticamente dai componenti del movimento stesso: Gruppo ’63, Scapigliatura, ecc.
Maiuscoli i titoli di collane (salvo quando indicato diversamente come la collana “americane” di ombre corte; minuscole le suddivisioni formali di un’opera (volume, capitolo, canto, atto, scena, ecc.).
3.4.5. Geografia
Vanno in minuscolo i nomi che si riferiscono ai punti cardinali e le indicazioni di direzione. Sono maiuscoli solo i riferimenti ai punti cardinali che, per convenzione, indicano aree geo-politiche: Sud (per denotare il meridione d’Italia o degli Stati Uniti), Occidente, Oriente, Medioriente.
Sono sempre in maiuscolo i nomi dei corpi celesti. Fanno eccezione terra, sole, luna, salvo quando sono usati in un contesto astronomico.
Se le denominazioni geografiche sono composte da nome comune e nome proprio, il nome comune va minuscolo, anche nei nomi composti: mar Mediterraneo, oceano Pacifico, monte Cervino, fiume Po. Va in maiuscolo anche il nome comune, se è diventato inseparabile dal nome proprio: Rio delle Amazzoni, Fiume Giallo, Mar Nero, Costa Azzurra, Monte Rosa.
3.4.6. Storia e politica
Va in maiuscolo esclusivamente la prima parola di istituzioni, organi giuridici, associazioni, partiti e simili, che siano scritti per esteso o in forma abbreviata (es.: Banca nazionale del lavoro, Ministero della pubblica istruzione, Consiglio superiore della magistratura, Partito popolare, Bnl, Pci, Csm, Onu).
Va in maiuscolo la prima parola dei nomi di rivoluzioni e la prima parola delle guerre o comunque di fatti ed eventi storici importanti e conosciuti (es.: Rivoluzione d’ottobre, Rivoluzione francese, Prima guerra mondiale, Rivoluzione americana, Guerra civile – nel caso degli Stati Uniti –, Patto atlantico, Guerra dei Trent’anni, Concordato di Worms, Trattato di Campoformio).
Vanno in maiuscolo decenni, secoli, millenni, anni di rilevanza storica e le epoche di lunga durata della storia e/o cultura (es.: Trecento, Duemila, anni Sessanta, Quarantotto, Sessantotto, Medioevo, Umanesimo, Romanticismo, Risorgimento).
Storia inteso in senso universale è maiuscolo (es.: l’Onu vuole indirizzare la Storia verso i diritti umani).
Vanno in maiuscolo le denominazioni ufficiali di uno stato e dei suoi organi centrali supremi (es.: Repubblica Italiana, Costituzione).
Un caso specifico è costituito dai titoli di opere in inglese, che seguono l'uso americano: tutte le iniziali maiuscole meno articoli e congiunzioni.